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OCEANI ISOLE E CONTINENTI Da Livorno al Nuovo Mondo

I miei genitori erano maniaci del mare. Già durante tutto l’inverno, abitando a Livorno, la passeggiata pomeridiana sul lungomare era inevitabile. Ci andavamo col filobus, nella prima metà degli anni Cinquanta, e poi, quando mia madre comperò la Seicento con una eredità, ci si andava in macchina. Ma allo scattare della bella stagione, e a Livorno c’erano degli anni in cui la bella stagione cominciava già a fine aprile, ci andavano anche di mattina e per fare il bagno. Mia madre mi ci portava verso le undici. Poi arrivava mio padre, smontando dal lavoro di farmacista agli Spedali Riuniti di Livorno. Solo loro sanno (o sapevano, perché mio padre non c’è più) come potessero immergersi nell’acqua ancora fredda della primavera. Il fatto è che entrambi erano eccezionali nuotatori. Si tuffavano come campioni olimpici e mulinavano gambe e braccia in perfetto stile libero, scaldandosi quindi col movimento. Io restavo a riva, ad osservare l’orizzonte. E pensavo che un giorno sarei andato oltre a quella linea. Quando arrivi al mare sei bloccato, non puoi procedere. O meglio, lo puoi fare se però Sali su un’imbarcazione. Oppure con l’aereo. E dopo aver esplorato per anni dapprima l’Italia, poi l’Europa centrale e scandinava, alla fine ho preso il volo e ho varcato l’Atlantico. Di là c’è veramente un altro mondo, dove tutto è diverso, dal colore della terra alla luce, dalla volta del cielo di giorno e ancor più di notte, alle foglie degli alberi e delle piante, ai sassi, alle case, alle strade. Se però capiti in una città di mare, ti sembra di essere a casa, perché tutte le città di mare appartengono alla ideale (oggi si direbbe virtuale) Repubblica delle Città di Mare.